martedì 9 agosto 2011

Il primo ricordo: Bob Beamon atterra a 8.90 a Mexico 1968


Avevo 7 anni, le Olimpiadi erano dall'altra parte del mondo ed arrivavano attraverso la radio e qualche spezzone in bianco e nero nei Telegiornali. Di Mexico 1968 imparai solo dopo il dramma di Piazza delle Tre Culture e la storia del movimento Black Power portata alla ribalta da Tommie Smith, ricordo la vittoria nel Due Con di Baran e Sambo e il primato mondiale di un triplista italiano, Giovanni Gentile, nelle qualificazioni.

Poi arrivo Bob Beamon e il suo salto nel futuro: era il 18 ottobre 1968 e non era ancora chiaro quale effetto avesse l'altitudine della capitale messicana sulle prestazioni degli atleti. La rarefazione dell'aria unita al primo utilizzo di una pista elastica in tartan proiettarono un onesto saltatore in lungo 55 centimetri più lontano del precedente record del mondo in possesso in comproprietà del sovietico Igor Ter-Ovanesyan e dello statunitense Ralph Boston.



Beamon atterra oltre il punto nel quale arriva lo strumento di misurazione, i giudici sono costretti a prendere un metro a rotella per misurare il salto: quando finalmente si accende il tabellone elettronico si legge 8.90, Beamon se lo fa tradurre in piedi, 29 piedi e 2 pollici, un salto nel futuro. Un record mondiale che sarà battuto solo il 30 agosto 1991 quando ai Campionati Mondiali di Tokyo, Mike Powell atterrò a 8.95.

Stampa Sera - 19 ottobre 1968

Sports Illustrated - 28 ottobre 1968

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