mercoledì 10 agosto 2011

Livio Berruti, Oro nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma 1960


Non ne so il motivo, se penso all'Italia e alle Olimpiadi mi viene immediatamente in mente Livio Berruti e la sua vittoria alle Olimpiadi di Roma nonostante non abbia esperienza diretta di quella vittoria. I ricordi, quelli diretti, si affastellano mentre saranno le mille suggestioni di un italiano che vince a Roma in una disciplina riserva di caccia di altri, saranno le mille occasioni di rivedere l'impresa, le Olimpiadi tricolori partono e arrivano al velocista torinese.

Ho conosciuto Berruti solo qualche anno fa, alla presentazioni di un libro, e mi sono trovato di fronte un gentiluomo di altri tempi con tutte le valenze positive che questa definizione può contenere.

Conquistato nel 1959 il primato italiano con il 20"8 fatto segnare a Malmoe, ristide Facchini, tecnico della squadra delle Fiamme Oro e suo allenatore, convince Berruti a puntare, per le Olimpiadi di Roma, solo sulla gara dei 200 metri, senza correre i 100.

Berruti gioca "in casa" e, forte dell'incitamento del pubblico, realizza i migliori tempi sia in batteria, sia nei quarti di finale. Il grande favorito sembra essere comunque Seye, il quale domina la prima semifinale; nella seconda semifinale Berruti deve lottare anche mentalmente con il fatto di trovarsi ai blocchi con a fianco tre detentori del primato del mondo: Norton, Johnson e Radford. Corre una curva perfetta, domina la corsa e, pur non spingendo sino in fondo sul suo acceleratore, conclude eguagliando il record mondiale di 20"5.



Sono passate solo poche ore dalla semifinale: alle 18 di sabato 3 settembre quando parte la finale. Berruti all'ingresso del rettilineo è in testa. Seye e Carney stanno rimontando, ma è Livio Berruti che taglia il traguardo del filo di lana per primo. Fa segnare nuovamente il tempo di 20"5. 

A testimonianza di uno sport di altri tempi l'atleta torinese riceve come premio per il suo titolo olimpico una 500 dalla Fiat, 800.000 Lire dal CONI per la medaglia d'oro e 400.000 Lire per il record mondiale.
La finale di Roma, pur se vissuta a soli 21 anni, è il culmine della carriera di Livio Berruti che prosegue in chiaroscuro: si presenta nella sua forma migliore alla vigilia dei Giochi Olimpici di Tokyo 1964 dove corre la semifinale in 20"78 arrivando quinto nei 200 metri, primo bianco e primo europeo. Con la staffetta 4x100 arriva settimo e abbassa il record nazionale a 39"3. 

Il 1968 è il suo ultimo anno ad alto livello. Corre i 200 m in 20"7 a Trieste e partecipa alle Olimpiadi di Città del Messico: ancora una volta con la staffetta 4x100 arriva settimo e ottiene un nuovo primato italiano (39"2). I problemi ai tendini si fanno più acuti e decide di ritirarsi.


La Stampa - 4 settembre 1960

Gazzetta dello Sport - 4 settembre 1960

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